ARTE

Mosè o Nucleo solare di Frida Kahlo

Mi è capitato tra le mani il libro ‘Lettere appassionate’ di Frida Kahlo, è una raccolta di lettere della famosa pittrice ai suoi amici, amanti e al suo più grande amore, Diego Rivera.

In fondo oltre alle lettere, compaiono degli scritti e ho trovato una lettera di presentazione del suo quadro Mosè o Nucleo solare e ho trovato la descrizione molto forte e interessante. Segue il racconto completo di note.

Mosè o Nucleo solare – 1945 – su commissione José Domingo Lavin – Frida Kahlo

Mosè [1]

Poiché mi trovo, per la prima volta nella mia vita, a spiegare uno dei miei quadri a un gruppo che supera le tre persone, mi perdonerete se sarò piuttosto nervosa e forse un po’ confusa. 

Un giorno, più o meno due anni fa, José Domingo mi disse che gli sarebbe piaciuto che leggessi il Mosè di Freud e rappresentassi, come volevo, la mia interpretazione del libro. Questo quadro è il risultato di quella conversazione. 

Ho letto il libro una sola volta e ho iniziato a dipingere sulla base della prima impressione lasciatami dal testo. Ieri, mentre scrivevo per voi queste parole, l’ho riletto e devo confessarvi che il quadro mi è apparso molto parziale e piuttosto lontano da un’interpretazione approfondita di quel che Freud analizza in modo così meraviglioso nel suo Mosè, ma non  essendo più possibile modificare il dipinto cercherò di descrivervelo così come appare dinanzi ai vostri occhi. 

Il suo tema specifico è Mosè o la nascita dell’Eroe, non v’è dubbio, però ho rappresentato a modo mio (sia pur molto confusamente) i fatti e le immagini che mi hanno maggiormente impressionata nella lettura del libro. Sta a voi dirmi se ho sbagliato oppure no. 

Ho inteso rappresentare nel modo più intenso e più chiaro che il motivo per cui l’uomo avverte il bisogno di inventare o di immaginare eroi e dèi è la pura e semplice paura. Paura della vita e della morte.

Ho per prima cosa dipinto la figura di Mosè bambino – Mosè in ebraico significa < colui che fu tratto dalle acque > e in egiziano < bambino >. L’ho dipinto come lo descrivono molte leggende, in una cesta galleggiante abbandonata sulle acque di un fiume. Dal punto di vista plastico, ho cercato di far sì che la cesta ricoperta da una pelle di animale ricordasse il più possibile un utero, perché, secondo Freud, la cesta è l’utero messo a nudo e l’acqua rappresenta la fonte materna che dà alla luce la creatura. Per evidenziare questo fatto ho dipinto il feto umano nella sua ultima fase all’interno della placenta. Le tube, che sembrano mani, si protendono verso il mondo.

Ai lati del bambino già creato ho posto gli elementi della sua creazione: l’uovo fecondato e la divisione cellulare. Freud analizza in una forma molto chiara, ma per me molto complessa, il fatto importante che Mosè non era ebreo ma egiziano, ma nel dipingerlo non ho trovato il modo di raffigurarlo né come ebreo né come egiziano, ma solo come un bambino che in generale rappresenta sia Mosè sia tutti colore che, secondo la leggenda, ebbero un inizio analogo, diventando in seguito personaggi importanti e guide del loro popolo, ossia eroi (più lungimiranti degli altri, per questo ho messo l’< occhio scrutatore >). In questo gruppo si trovano Sargon, [2] Ciro, Romolo, Paride ecc.

L’altra conclusione interessantissima di Freud è che Mosè, non essendo ebreo, diede al popolo da lui scelto per esser guidato e salvato una religione che non era ebrea ma egizia, ossia quella a cui dettero nuova vita Amenofi IV o Ekhnaton: la religione di Aton o del sole, ispirata  all’antichissima religione di On (Eliopoli). Perciò ho dipinto il sole come centro di tutte le religioni, come primo Dio e creatore e riproduttore della vita.

Questa è la relazione che lega le tre figure principali che si trovano al centro del quadro. Oltre al Mosè si sono avuti e si avranno molti < nobili > riformatori di religioni e di società umane. Si può dire che costoro abbiano una funzione di messaggeri tra coloro che governano e gli dèi ne restano ancor oggi, come ben sapete. Naturalmente non potevo rappresentarli tutti, per cui ho posto, ai lati del sole, colore che in un modo o nell’altro hanno una relazione diretta con l’astro. 

A destra gli occidentali, a sinistra gli orientali.

Sulla destra: il toro alato assiro, Amon, Zeus, Osiride, Horus, Jehova, Apollo, la Luna, la Vergine Maria, la Divina Provvidenza, la Santissima Trinità, Venere e… il Diavolo. Sulla sinistra: il lampo, il fulmine e la traccia del lampo, cioè Hurakan, [3] Kukulkàn [4] e Gukamatz; [5] Tlàloc, [6] la magnifica Coatlicue, [7] madre di tutti gli dèi, Quetzalcòatl, [8] Tezcatlipoca, [9] Centeotl, [10] il dio cinese (il dragone) e il dio indù, Brahama. Non sono riuscita a trovare un dio africano, ma potrei sempre aggiungerlo in un secondo tempo. Non sono in grado di dirvi qualcosa su ognuno di loro, ottenebrata come sono dalla più totale ignoranza sulle loro origini, sulla loro importanza, e così via.

Dopo aver dipinto nei rispettivi cieli gli dèi, ho voluto dividere il mondo celeste dell’immaginazione e della poesia da quello terreno della paura e della morte, e ho così dipinto lo scheletro umano e quello animale che potete vedere. La Terra li protegge con le sue mani. Tra la morte e il gruppo degli eroi non c’è alcuna divisione, poiché anch’essi muoiono e la Terra generosa li accoglie senza far distinzioni. 

Sopra la stessa Terra, con teste più grandi per distinguerli dalla massa, sono raffiguranti gli eroi (pochissimi ma scelti), i riformatori di religioni, gli inventori o i creatori, i conquistatori, i ribelli… ossia i veri aristocratici.

Sulla destra – e questa figura ho dovuto ritrarla conferendole più importanza di qualsiasi altra –  si vede Amenofi IV, che successivamente si chiamò Ekhnaton, il giovane faraone della  diciottesima dinastia egizia (1370 – 1350 a.C.), che impose ai suoi sudditi una religione contraria alla tradizione, opposta al politeismo, strettamente monoteista con radici lontane risalenti al  culto di On (Eliopoli), ossia la religione di Aton e quella di Mosè. Non ho trovato un modo per  trasporre figurativamente questa parte così importante del libro. 

Seguono Cristo, Zoroastro, Alessandro Magno, Cesare, Maometto, Lutero, Napoleone e Hitler,il bambino perduto. Sulla sinistra vediamo la meravigliosa Nefertiti, sposa di Ekhnaton; immagino che sia stata, oltre che straordinariamente bella, anche molto intelligente e una validissima collaboratrice del marito. Poi vediamo Buddha, Marx, Freud, Paracelso, Epicuro, Gengis Khan, Gandhi, Lenin e Stalin. Non li ho dipinti seguendo un ordine prestabilito, ma secondo le mie conoscenze storiche, anch’esse disordinate. Tra loro e la folla sottostante ho dipinto un mare di sangue con cui ho voluto rappresentare la guerra, ineluttabile e prolifica.

E, più sotto, vedete la potente e mai abbastanza celebrata massa umana, composta da ogni tipo di… individui: i guerrieri e i pacifici, gli scienziati e gli ignoranti, i creatori di monumenti, i ribelli, i porta-bandiere, i porta-medaglie, gli oratori, i pazzi e i saggi, i gioiosi e i tristi, i sani e i malati, i poeti e gli sciocchi, e tutti gli altri che vi aggrada inserire in questa p…otente folla. Solo quelli nelle prime file si distinguono, sia pur vagamente, gli altri sono irriconoscibili nella massa.

Sul lato sinistro, in prima fila, ho posto l’uomo, il creatore dei quattro colori (le quattro razze). Sul lato destro la madre, la creatrice, con il figlio in braccio. Dietro di loro, la scimmia. Ai due lati, in basso, vedete due alberi che formano una sorta di arco di trionfo, con la vita nuova che germoglia sempre dal tronco della vecchiaia. Nel centro, sempre in basso, la forza più  importante per Freud e per molti altri: l’amore, rappresentato dalla conchiglia e dalla chiocciola, i due sessi, a cui si avvolgono radici sempre nuove e sempre vive.

Questo è tutto quello che posso dirvi del mio quadro, e ora attendo domande e commenti. Nonmi offenderò qualunque essi siano. Vi ringrazio.

Frida Kahlo

[1] José Domingo Lavin, uno dei maggiori estimatori di Frida Kahlo, le commissionò nel 1945 l’opera omonima. La commissione ebbe una causa fortuita: durante un pranzo a casa Lavin, il padrone di casa mostrò a Frida il testo di Freud Mosé e il monoteismo. La pittrice, dopo averne letto alcune pagine, lo chiese in prestito e ne rimase affascinata, al punto da manifestare il desiderio di esprimere in un quadro le idee e le sensazioni che la lettura del libro le aveva ispirato, e così dipinse Mosè o Nucleo solare. Due anni dopo, durante una serata a casa Lavin, Frida tenne una conferenza informale sul dipinto, che qui riportiamo. [N.d.T.]

[2] Detto Saragon il Grande, governò la penisola Mesopotamia nel 2000 a.C. circa; è ricordatocome uno dei primi fondatori di grandi imperi. [N.d.T.]

[3] Dio Maya del vento e della tempesta. [N.d.T.]

[4] Divinità suprema dei Maya preposta ai quattro elementi, alla creazione, resurrezione e reincarnazione. [N.d.T.]

[5] Dio Maya del cielo, uno degli dèi che crearono il mondo e gli uomini. [N.d.T.]

[6] Dio azteco della pioggia, dei lampi e dei tuoni. [N.d.T.]

[7] Dea azteca della terra e del fuoco. Dea-serpente, rappresenta la madre divoratrice. [N.d.T.]

[8] Una delle maggiori divinità di Aztechi, Toltechi e popolazioni del Centroamerica. Dio creatore della razza umana, legislatore e civilizzatore. È simboleggiato da un serpente piumato. [N.d.T.]

[9] Dio azteco della notte e delle cose materiali, contrapposto allo spirituale Quetzalcòatl. [N.d.T.]

[10] Dio azteco del mais. [N.d.T.]

Frida Kahlo – Lettere appassionate – [Abscondita Srl – 29 Carte d’artisti] Scritto – pg. 141

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