LIBRI LETTI

Il fiore del melograno

In una delle mie letture mi sono imbattuta in una bellissima descrizione d’amore e voglio riproporla qui, il libro in questione è ‘Il circolo delle invincibili sognatrici’

Alla fine della strofa mi guardò e io mi avvicinai e la baciai con l’intensità di ciò che che si sa effimero e urgente, con la gioventù stessa sulle labbra. E per un istante avrei voluto dissolvermi dentro di lei, affogare come se lei fosse il mare e scomparire tra le sue onde. Feci il giro del tavolo senza aprire gli occhi e l’abbracciai di fronte alla veranda. Volevo solo stare con lei e in lei, rifugiarmi sotto la sua pelle da isolana, proteggermi nel suo abbraccio e nel suo isolamento, lontano dal mondo, fuori dal tempo. Eleni, la mia fuga definitiva. Fu lei che prese l’iniziativa, come sempre, e sganciò una chiave dal quadro della reception lasciando un biglietto di appena due frasi. Io la seguii per le scale, tenendola per mano, fino alla soffitta al terzo piano. Ci abbracciammo nudi sotto le lenzuola, che ci avvolsero come fanno le vele in alto mare quando soffia forte il vento, con una carezza di buona fortuna che ti ruba un battito del cuore. Lei si tolse il fazzoletto e lasciò che i suoi capelli scuri m’inondassero il petto e le spalle. Io lasciai che le mie mani entrassero in contatto con il suo corpo, come tante volte avevo desiderato nei segreti che custodivo sotto la pelle. La baciai così tanto e tanto a lungo che parevo quasi volerle consumare le labbra. Ogni bacio, un grano di melograno, anche se ognuno avessi dovuto pagare un mese all’inferno. Ogni notte senza di lei fu recuperata. Dal lontano giorno del bacio al faro, ogni tributo al fuoco fu pagato e saldato. Ogni luce fatta saltare fu riaccesa quel pomeriggio di baci sulle sue labbra, come tanti interminabili fiammiferi. Le baciai le palpebre e le ciglia nere, e lei ricevette da me sabbia e acqua salata. Eleni mi diede terra antica, acqua salata e acqua dolce, fiori di melograno. In lei illuminai grotte segrete e laghi sotterranei, soffitti carnosi come il suo palato. Si ravvivarono maree e le lune si riempirono. Fu così che risplendemmo e prendemmo fuoco, come navi che giungono al porto definitivo. E alla fine della traversata fu la volta del riposo, un riposo mai conosciuto prima e mai più provato. La sensazione che il mondo intero fosse nostro e che il tempo avesse smesso di dominarci. Che fossimo davvero liberi.

da Il circolo delle invincibili sognatrici – Capitolo 24 – Il fiore del melograno – pgg.192 – 193 – 194

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